Marchionne, a giugno si chiude un’era
di Elettra Bianchini
Anche nel 2017 Sergio Marchionne è risultato il manager più ricercato del Web.
Il 1 Giugno 2018 al Balocco annuncerà il suo successore quale preludio alla sua uscita dal più grande gruppo industriale italiano. Annuncio dato 14 anni dopo quel famoso 1 Giugno del 2004 in cui, in giacca e cravatta, veniva annunciato un piano di ristrutturazione aziendale a cui sinceramente credevano in pochi.
L’azienda invece ha raggiunto risultati allora impensabili. Basti solo ricordare che l’americana General Motors aveva iscritto la “sua partecipazione” in quella che una volta si chiamava Fabbrica Italiana Automobili Torino a “0” e ora il conglomerato di aziende nate da quel piano di risanamento vale circa 70 miliardi.
Sergio Marchionne non verrà ricordato solo per questi risultati, di per sé già straordinari, ma anche per aver inciso profondamente nella società, nella politica e nell’economia Italiana.
Di lui si ricorderanno tante cose, dal modo non convenzionale di vestire – il famoso “maglioncino blu” – alla capacità di navigare in acque tormentate, la grande abilità negoziale e la bravura nel comunicare con i mercati finanziari.
Figlio di emigranti abbruzzesi, cresciuto ed educato in Canada, ha rappresentato in modo inequivocabile l’Italia all’estero, come forse nessuno aveva fatto dai tempi dell’avvocato Agnelli, valorizzando il brand del made in Italy.
Ha ridato fiato ad un’industria dell’automobile riconosciuta nel mondo come sinonimo di qualità ed eleganza vittima, a volte, di un sistema paese “farraginoso”, burocratico nel quale i dinosauri de “la bella gioventù” sembrano a volte avere la meglio.
Discusso, amato, contestato, studiato nelle università, preso ad esempio in tante situazioni di risanamento aziendale tanto da coniare il termine “cura marchionne” nessuno come lui ha inciso così tanto negli ultimi 20 anni nella politica industriale del nostro paese mettendo a nudo pregi e difetti del nostro paese.